Il significato di una scelta

Le scelte non sono sempre facili da fare. E le scelte non sempre sono fatte per fare del male a qualcuno ma sicuramente per fare del bene. Spesso possono fare male. Ma è un male che deve essere passeggero. Un male che deve dare la forza di reagire. Un male che deve aiutare a crescere e ad imparare che la vita è dura ed è fatta di tante situazioni: che fanno bene e che fanno male.

Solo provando ciò che fa male si riesce ad apprezzare veramente il momento in cui si sta bene. E non bisogna mai dare colpe ma accettare la situazione come stimolo per lottare. Solo così si cresce. Solo così si diventa uomini.

Un proverbio dice: chi ti vuole male ti fa ridere...chi ti vuole bene ti fa piangere.


Ad inizio anno si è voluta fare una particolare scelta societaria. Un unico gruppo di allenamento tra prima squadra e under 21. La scelta è derivata dal fatto che si è voluto dare a tutti la possibilità di svolgere lo stesso programma, di fare gruppo, di crescere insieme e di avere tutti le stesse, uguali e medesime possibilità. Nessun discernimento quindi. Tutti uguali, si parte insieme per un medesimo obiettivo.

Tale scelta ha comportato alcuni dei benefici previsti mentre le difficoltà col tempo sono andate crescendo. Il numero di persone era troppo elevato, le distrazioni erano tante, la crescita del gruppo risultava lenta e settoriale, cioè per una sola parte del gruppo. Un'altra parte non cresceva col gruppo. Allora scattano due fattori: il gruppo della prima squadra rallenta la sua crescita, il gruppo dell'under 21 non cresce. Quale la soluzione? Dividere i due gruppi! La prima squadra e l'under 21.

Non una punizione ma unanecessità (probabilmente i due gruppi hanno tempi diversi e bisogna a tutti fornire i medesimi mezzi e strumenti per poter crescere).

Quali i nuovi benefici attesi?

Primi su tutti sicuramente i nuovi stimoli. Ogni componente dell'under 21 dovrà sentirsi più responsabile e cercare di crescere per mettersi in linea col gruppo della prima squadra. Magari avrà maggiori possibilità per mettersi in mostra. Ora c'è la necessità di guadagnarsi un posto nel gruppo della prima squadra. Doveva essere così dall'inizio ma non lo si era capito. A dicembre la società aveva già comunicato la sua linea guida che intendeva seguire. Ma ancora una volta non lo si era capito. Adesso l'under 21 si allena a parte. Non è stata esclusa, perchè ha un allenatore, un campo in cui allenarsi...un campionato da onorare. E a proposito del campionato, sarà un caso che l'under viaggia nei bassi fondi della classifica del campionato CSI? E com'è possibile che nonostante la possibilità di partecipare al campionato Juniores il mister decida puntualmente di fare a meno dei fuori quota? E com'è possibile che i vari fuori quota che saltuariamente si alternano in Juniores non siano mai stati decisivi? Eppure dovrebbero fare la differenza.

Cosa sta succedendo?

Beh, stiamo parlando di ragazzi. Ragazzi ai quali è stata data non una ma molte possibilità. Quante convocazioni in prima squadra? Quante volte ragazzi grandi, impegnati e molto professionali hanno dovuto guardare la partita dalla tribuna mentre i giovani dell'under sedevano in panchina con la prima squadra? Bravura? No. Assolutamente no. E neppure impegno. Si è voluta dare un'opportunità di crescita a scapito degli equilibri della squadra. Si è sempre pensato di riservare uno o due posti ai giovani dell'under, in attesa del momento giusto. Sbagliando probabilmente ma avevamo deciso di dare a tutti la possibilità di credere che era possibile giocare e non un'utopia. Ma lo si è capito? E' interessato a qualcuno? E quanto si può aspettare? Da settembre la situazione non ha visto alcun miglioramento e allora è giusto tornare ai giusti crismi. Chi merita va avanti. Una persona intelligente capisce e si impegna. Chi è stato abituato troppo bene non capisce e si ribella. Chi fa bene? Direi entrambi. Il pimo perchè dimostra di essere una persona matura e consapevole. Il secondo perchè aiuta tutti noi, società, a capire di avere sbagliato. Certo non ora a creare la divisione, ma abbiamo sbagliato a non averla creata prima quando era giusto. Oggi una eventuale, sporadica ed eccezionale chiamata in prima squadra sarebbe stata accolta con un grazie e ricambiata con impegno e dedizione. E poi in seguito probabilmente la stessa chiamata sarebbe stata riconfermata fino ad un graduale ed efficiente inserimento in squadra. Purtroppo abbiamo programmato male e per riparare abbiamo fatto presente la cosa (dicembre, remember?). Ma non è stata avvertita e pertanto si è dovuto procedere alla divisione.

Qualcuno mi scrive: “Hai diviso la squadra per cacciare l'under 21”. La squadra non è stata divisa ma “le squadre” (due, perchè le squadre sono due) si allenano in campi e orari diversi. Nessuna nota tragica. E poi...se qualcuno volesse “cacciare” qualcuno, crediamo tutti davvero che si debbano attuare determinate stategie o escogitare chissà quali innovativi sistemi? Mi sembra che si sia un po troppo ottimisti e sicuri di se. Ancora...come mai i vari Bianco, Ferrato, Zamuner, Zumbo e Martino (tutti under) sono rimasti in prima squadra? Allora si può pensare che è stato fatto per allontanare altri! Ma perchè non la si vede dal punto di vista che lo si è fatto per dare i giusti stimoli ed insegnamenti a chi non ha ancora capito la differenza tra il ludico ed il professionale? Non è forse questa la differenza? E perchè non si prova a reagire con l'impegno per mettere a dura prova le scelte fatte? Fino ad oggi nessuno ha dimostrato nel campo e con l'impegno che le scelte fatte dalla società siano state errate.

Le parole per contro lasciano il tempo che trovano.

E per quell'altro che scrive: “Neppure in serie A ci si allena a convocazioni” io rispondo:

  1. in serie A la prima squadra si allena per fatti suoi e l'under 21 si guarda gli allenamenti dalla tribuna;

  2. in serie A l'allenatore della prima squadra convoca spesso i giovani più impegnati ed interessanti dell'under 21 spesso facendoli diventare parte integrante della rosa.

Ma guardiamo ai nostri campionati. Anche il San Giovanni, la Fata Morgana e la Maestrelli hanno l'under 21 ma mica si allenano con la prima squadra? Per i giovani della Rhegion era stato dato un privilegio: prima non apprezzato, ora non capito.

Tutt'oggi scatta una nuova opportunità per questi giovani, e tutt'oggi, ancora, nonostante tutto, non lo si è capito.

Allora ecco le scelte. Una scelta può essere la mia medicina per curarmi da un male. Ma se facciamo come i bimbi piccoli che bevono lo sciroppo e poi lo sputano di nascosto alla mamma, beh avoglia a comprare medicine allora, la malattia resta e prob abilmente aumenta.

Ancora una cosa, se si è veramente convinti e certi, che alcune scelte siano errate...perchè non lo si dice? Avrete un modo per fare capire a tutti come questi presuntuosi della società sbagliano nel giudicarvi. Avrete la possibilità di fare capire a tutti che le scelte sono sbagliate perchè.... beh io non lo so perchè. So soltanto che ancora una volta, e per l'ennesima volta, vi si sta dando una possibilità. Spesso nella vita molte scelte non sono sinonimo di possibilità. Oggi qualcuno sta cercando di lanciare un messaggio. Sta alle persone intelligenti capirlo e farne tesoro.

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